Amica nostra Angela

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Amica Nostra Angela

5 set

Questa è la scheda del documentario dedicato ad Angela Putino, di Nadia Pizzuti e Laura Valle. C’è una proposta di proiettarlo a Paestum, in occasione dell’incontro. Ancora non è chiaro se sarà possibile, i tempi del dibattito e della discussione sono molto densi. Intanto ricordiamo le parole di Angela

‘AMICA NOSTRA ANGELA’

DOCUMENTARIO SULLA FILOSOFA NAPOLETANA ANGELA PUTINO

Soggetto e ideazione: Nadia Pizzuti.  Regia e riprese: Nadia Pizzuti e Laura Valle.  Montaggio: Ilaria Fraioli.  Durata:  40’

 

Per molte donne  – ma anche per alcuni uomini –  Angela Putino (1946-2007) è stata un’amica, una compagna e un’importante figura di riferimento, per la forza del suo pensiero e per le sue qualità umane.   Il documentario vuole essere un ritratto/racconto plurale con immagini e parole di Angela; voci e immagini delle persone con cui era in relazione; immagini dei “suoi” luoghi e delle persone che li hanno animati assieme a lei:  la casetta di Via Tasso con vista sul Golfo e con il giardino pieno di gatti e altri luoghi di Napoli a lei cari, le sue amiche e i suoi amici napoletani che mangiano la squisita scamorza cotta nelle foglie di limone che lei amava preparare per loro, l’isola di  Stromboli dove spesso soggiornava in estate,  i suoi seminari al Centro Virginia Woolf di Roma, le case delle amiche che la ospitavano a Roma… E ancora, immagini degli ‘Esercizi spirituali per giovani guerriere’  da lei ideati e tenuti per la prima volta nel 1991 nel Cilento, della pensatrice per lei centrale Simone Weil e di altre figure associate alla sua riflessione e alla sua pratica femminista; i suoi dipinti, i suoi libri, l’arco che fu impiegato negli ‘Esercizi’ .

Il video è scandito dagli interventi delle persone che rievocano la figura di Angela, anche con  aneddoti, e delineano le principali tappe del suo percorso militante e filosofico : dal gruppo Transizione ai rapporti con Lina Mangiacapra e le Nemesiache, dalla comunità Diotima ai seminari al Centro Virginia Woolf  di Roma, dalla rivista Madrigale con Lucia Mastrodomenico agli Esercizi per giovani guerriere,  dalle polemiche innescate dalla pubblicazione di ‘Amiche mie isteriche’  alla rivista online Adateoriafemminista.  Le persone che hanno partecipato al documentario, a Napoli,  Roma, Verona e altre località sono, in ordine alfabetico:  Alessandra Bocchetti, Giovanna Borrello,  Luciano Briante,  Marina Bruzzese,  Giulia Bruzzese, Paola Concia , Maria Rosa Cutrufelli, Tristana Dini, Bruna Felletti, Federica Giardini e due suoi studenti (Federica e Enrico), Raffaele Luongo, Teresa Mangiacapra, Nadia Nappo,  Giovanna Petrelli,  Anna Putino, Stefania Tarantino, Wanda Tommasi, Chiara Zamboni.

Il film contiene alcuni  blocchi “tematici”  (la casa di Angela a Napoli e i suoi gatti;  militanza femminista e attività filosofica, relazioni; amore e amicizia; cibo; malattia e morte; felicità,  attualità del suo pensiero) e  alcuni brevi testi di Angela, letti da tre persone che compaiono nel video.  Si apre con immagini di Angela, girate nel luglio 1999 a Stromboli, che tiene tra le mani, osservandolo e indicandone alcuni punti, un frammento di roccia lavica raccolto sulla spiaggia della sciara del fuoco. La voce fuori campo di Stefania Tarantino dice il seguente testo di Angela, tratto da ‘Cosmo’ (1987):  “Noi oggi chiamiamo all’interezza di un corpo frammenti di inaddomesticato, luoghi guerrieri del presente, del mito, della storia, dell’affabulare. Rintracciamo parti e ognuna di queste fa da avvistamento per altre, possiede una completezza essenziale. Ma per raccogliere dobbiamo separare, recidere, staccare da nuove agglomerazioni che tendono a integrarle. In questo la nostra funzione guerriera. Squilibrare dagli insiemi ciò che avvertiamo non ha tenuta. Noi, d’altra parte, riusciamo a vedere solo tenendoci saldamente al nostro frammento di inaddomesticato. Senza questo asteroide sotto i piedi non c’è punto di avvistamento. Avvistare è fare corpo, ma contemporaneamente è tenersi fuori dai corpi, è fare contesto, ma stando fuori dai contesti. Per trovar radici occorre sradicarsi”.

Alla fine del film, la stessa voce dice il seguito del testo: “C’è una mira in questa forza guerriera di inaddomesticamento che non riesce a farci sostare su nessun asteroide. Essa ci volge, chiede che le nostre teste abbiano capacità di farsi volgere, rivolgere a un aperto. Questo non è il vuoto in cui galleggiano piccoli pianeti confusi o balbettanti, è la visione di un mondo di differenza, non agglomerato di diversità, ma cosmo: insospettato, sorprendente avvicinarsi, affiancarsi, relazionarsi. Questo cosmo non sarà visibile secondo cosmologie appartenenti ai sistemi della legge” .