Regia di Isabel Coixet
Recensione di Zina Borgini
Ancora una volta, per caso, ho avuto la conferma che esiste un modo di fare cinema di genere Mi è capitato di assistere in questi giorni a due film INVASIONI BARBARICHE di Denys Arcand e di LA MIA VITA SENZA DI ME di Isabel Coixet che hanno trame analoghe.
Voglio sottolineare le differenze con cui i due registi, uomo il primo e donna l’altra hanno, hanno raccontato la morte per cancro di entrambi i loro protagonisti. Arcand ha fatto morire il suo Remy circondato allegramente da parenti e amici, con tutti i conforti immaginabili: amici che arrivano da ogni parte del mondo e che gli restano vicini sino all’ora del trapasso, ex moglie adorante, ex amanti complici e dove non arriva il possibile, provvede la stragrande quantità di denaro messa a disposizione da un figlio onnipotente che riesce a corrompere sindacato, polizia, e infermieri, comprando persino affetti falsi. Un modo edonista e tipicamente maschile di risolvere i problemi col denaro, anche la morte.
La Coixet ci mette di fronte invece a una piccola grande donna di 23 anni già madre di due bambine che , quando scopre di avere solo tre mesi di vita, decide di non dire nulla della sua malattia al marito, alla madre e alle sue figlie ancora piccole per non angosciali. Quindi inizia con se stessa un grande lavoro di accettazione della morte, invece di fare un percorso a ritroso nel passato come Remy , organizza i tre mesi che le restano per soddisfare i suoi ultimi desideri.
La regista, bravissima, riesce in questa pellicola a mettere in luce ogni piccola emozione o grande sentimento in un modo estremamente delicato, vero e reale. Niente colpi di scena a effetto, niente soldi che risolvono, solo la grande forza di una donna che ama quello che possiede e cerca soluzioni possibili perché la sua morte non sia troppo devastante per chi resta. Una morte senza cadaveri, una malattia senza ospedali, un film che racconta solo il positivo e delega all’immaginario di chi guarda il dolore della mancanza.
Da non perdere!