Viaggio sola
Regia di Maria Sole Tognazzi
Viaggio sola, terzo lungometraggio di Maria Sole Tognazzi, è il racconto metaforico della scelta di vita di molte donne oggi. Meno legami, meno radici delle loro compagne di qualche decennio prima e più passione a seguire il proprio desiderio. Né figli, né marito, solo qualche relazione forte di parentela e qualche amicizia importante.
Il loro viaggiare è leggero, pochi bagagli, grande facilità di spostamento, pochi rimpianti per qualcosa che avrebbe potuto esserci e non c’è stato, mentre l’accettazione del presente che stanno vivendo è coerente alla sostanziale sintonia con loro stesse.
La protagonista del film, Irene, è una quarantenne, fa il lavoro che le piace e che le dà quella sensazione di libertà che costantemente va cercando: è host guest, l’ospite segreta. Precisa e severa, ispeziona gli alberghi a cinque stelle di tutto il mondo e verifica il loro livello di qualità. Il suo è un viaggio in solitaria in un mondo di agi e lusso, che mai potrebbe sognarsi di frequentare, comprese anche lunghe serate di noia greve e risvegli carichi del desiderio di sentire qualcuno vicino.
Gli incontri, in quelle atmosfere irreali e rarefatte, segnati dalla casualità e dall’improbabilità di rivedersi, hanno risonanze profonde, di verità altrimenti taciute. Come con Kate, l’antropologa inglese, nomade come lei, che la mette di fronte ad alcune realtà sulle loro esistenze e che le fa capire che “il vero lusso è il piacere di una vita vera vissuta fino in fondo e piena di imperfezioni”, e la obbliga a un riposizionarsi verso il futuro e verso i rapporti importanti.
Maria Sole Tognazzi – grazie anche all’interpretazione di Margherita Buy, priva di nevrotiche ossessioni - mette in scena un bel ritratto di donna nella sua ambivalente contraddittorietà: cosciente di voler pienamente percorrere la propria strada in coerenza e libertà con se stessa e comunque consapevole di ciò che lascia e che qualche volta le mancherà. Un viaggio non verso nuove mete, ma la conferma delle sue scelte.
Recensione di Silvana Ferrari